Riconoscimento facciale e privacy 2020 | Andrea Biraghi

Riconoscimento facciale: la tecnologia va utilizzata pensando prima di tutto alle conseguenze che può avere e alla luce di questi fatti vanno create delle regole soprattutto in materia di sperimentazione.

Andrea Biraghi
2 min readJul 13, 2020
Andrea Biraghi

E’ chiaro che una tecnologia come questa, prima di essere introdotta solo perchè la tecnologia lo consente, vanno usate delle garanzie e le garanzie principali sono quelle della Protezione dei Dati Personali: il nuovo regolamento europeo prevede il divieto dell’uso queste tecnologie salvo casi particolari che vanno disciplinati dalla legge e che vanno tutaleti con garanzie forti.

Giuseppe Busia

Riconoscimento facciale e machine learning: una corsa contro il tempo e lo sviluppo

La verità è che ogni avanzamento è temporaneo: la tecnologia di riconoscimento facciale è in costante evoluzione come la sicurezza informatica. E’ come la storia del gatto con il topo: “Ci saranno tecniche migliori sviluppate dai raccoglitori di dati, e in risposta ci saranno tecniche di privacy migliori per contrastarli”.

La buona notizia, ad oggi, è che i ricercatori hanno trovato il modo — almeno temporaneamente — di causare problemi a determinate classi di algoritmi di riconoscimento facciale, sfruttando i punti deboli dell’algoritmo di allenamento o del modello di riconoscimento risultante. La scorsa settimana infatti gli informatici dell’Università Nazionale di Singapore (NUS) ha pubblicato uno studio che illumina una nuova tecnologia: tale tecnica consiste nell’individuare le aree di un’immagine in cui i cambiamenti possono interrompere al meglio gli algoritmi di riconoscimento, dove le immagini sono meno riconoscibili dall’essere umano.

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Written by Andrea Biraghi

Andrea Biraghi è amministratore delegato Comdata. Esperto in Cyber Security, Security & Information System. Project Manager digitalizzazione e sicurezza IT.

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